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Blog di Cristina Savi - Trovare nuovi modi per comunicare


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venerdì 25 giugno 2010

Conferenza stampa

Ecco un altro argomento che piace tanto a chi si occupa di comunicazione.
Ma a cosa serve davvero una conferenza stampa?
Organizzarla perchè? Per chi?

Allora, rispondo per ordine:
- a cosa serve?
1 - serve a comunicare informazioni non trasmissibili con un, ben fatto, Comunicato Stampa
2 - serve a presentare in anteprima prodotti, materiali, oggetti

- organizzarla perchè? Per chi?
3- per creare un momento di scambio con i media, incontrare più persone nello stesso momento
4 - per offrire esperienze ai media, altrimenti non reperibili in altro modo
5 - per allargare la rete dei media invitati oltre il territorio di appartenenza

Ma tutte le conferenze stampa sono così? No.
Molte si sono ridotte a attimi di ripetizione di programmi dell'evento, di curriculum dei presenti, due domande di rito da parte dei giornalisti, esibizione di loghi e striscioni degli sponsor e, a volte, un piccolo buffet. Ma così servono?
La mia opinione è: quasi per nulla.

Sempre più spesso i giornalisti danno forfait, i media riservano all'evento o all'iniziativa lo stesso spazio che destinerebbero senza la conferenza stampa, gli organizzatori hanno volti smarriti (di chi non sa perchè è lì) e gli addetti stampa imbarazzati non sanno più cosa inventare.

Quindi?
Propongo che aziende, associazioni, istituzioni, professionisti:
1 - si rivolgano a professionisti e, onesti, uffici stampa, o facciano formazione, al fine di redigere un efficace comunicato stampa e saperlo diffondere;
2- non organizzino più continue conferenze stampa se non c'è il valore aggiunto;
3 - si creino una buona rete di contatti con i media formali e con gli opinion leader;
4 - qualora decidessero di procedere con una conferenza stampa abbiano ben chiaro e definito per cosa lo stanno facendo;


Forse non basta per farsi conoscere ma servirà comunque a migliorare la distribuzione delle informazioni e l'immagine di sè.

Facebook e comunicazione

E' vero, si sente già parlare molto della comunicazione su Facebook ma non resisto alla tentazione di scrivere anch'io.
Sarà che da alcuni mesi faccio parte del Social Network, sarà che investo del tempo nel capire come le aziende comunicano attraverso questo strumento, sarà che "studio" i maggiori utilizzi che le persone ne fanno, sarà quel che sarà ma due parole voglio spenderle.

A cosa serve Facebook? A comunicare.
Ebbene, quindi come per tutta la COMUNICAZIONE in generale ricordiamoci che ogni azione, ogni parola, ogni silenzio, ogni commento, ogni immagine sono comunicazione.
Serve a tutti essere su Facebook? No. O meglio non per tutti facebook può essere la soluzione migliore.
Iscriversi a facebook come azienda, associazione, ente, professionista richiede l'essersi già posti delle domande:
- chi voglio incontrare? E soprattutto, chi m'interessa incontrare è presente sul social network?
- cosa voglio dire? Ho degli argomenti interessanti da condividere?
- come posso crearmi una rete?
- quale valore aggiunto voglio crearmi con la presenza in facebook?
- ho dei servizi dedicati agli utenti facebook? Ho degli argomenti particolari sui quali conversare?

Ma soprattutto, alle persone, agli "amici", ai "fan", interessano i miei argomenti?
E' davvero facebook lo strumento ideale per interagire con clienti effettivi o potenziali?

Spesso capita che piccole imprese o professionisti o associazioni vogliano essere presenti a tutti i costi su Facebook. E la mia risposta è sempre la stessa: perchè? cosa vuoi dire? chi vuoi incontrare? come lo vuoi incontrare?
Senza aver chiare queste risposte, per un'organizzazione è meglio soprassedere.

Altro problema. Chi lo sa davvero usare Facebook? Pochi, forse pochissimi.
Le aziende credono che basti crearsi una pagina. Ma come ci faccio arrivare gli utenti?
Organizzazioni, gruppi, associazioni, istituzioni pensano che basti "creare l'evento" per diffonderne l'informazione e l'invito. Ma quanti lo leggono? E quanto è veritiera la conferma di partecipazione?

Insomma ritengo che come ogni strumento interattivo abbia grandi potenzialità, ma non per tutti e non per tutte le situazioni.

Facebook non è le nuove pagine gialle, non è la rubrica del telefono, non è un album fotografico, non è mezzo di transizione di altri file, contenuti, video, non è solo questo. Attrezziamoci!

sabato 12 giugno 2010

PRO MUOVERE

Promuovere

Questo verbo da proprio l'idea del movimento (da e verso qualcosa), mentre spesso ci si trova davanti all'uso della parola nella forma più statica possibile.

Cosa intendo?

Dico che per spingere le persone ad essere attratte dalla mia attività, dalle mie scelte, dai mie prodotti, dalle mie iniziative devo fare, oltre che dire, e soprattutto non ci si può fermare alla bella idea.

Come fa il pubblico a conoscere? Dove lo incontro? So come informarlo?

Le informazioni che arrivano ad ognuno di noi sono tante, a volte troppe, e ognuno di noi seleziona.

Su quale base avviene la selezione?

Sulla base dell'esperienza che posso vivere.

Solo la pratica, l'emozione, la sensazione che s'imprime nella memoria aiuta il processo di promozione.

Promuovere la propria attività non è solo farla conoscere al maggior numero di persone, in maniera incondizionata. Questo sarebbe troppo rischioso e poco duraturo. Basta il primo concorrente con idee migliori, budget maggiori, canali migliori e la propria promozione sarebbe già verso il declino.


Mentre il considerare la promozione come una scelta consapevole che porti la propria azienda a salire nella graduatoria preferenziale di ogni individuo, questo è essere promosso.

Questa scelta è più difficile da mettere in pericolo.

Non posso dire alle persone. Sceglimi perché sono bravo. Al massimo: ti invito a vede

re! o Siediti a gustare! O vieni a provare! Etc. Ma studiando una buona forma di comunicazione.

A tal fine voglio citare l'iniziativa organizzata con un ristorante locale.

Come far riacquistare fiducia al locale? Come farlo entrare nuovamente tra le scelte del pubblico? Come far parlare del locale stesso? Come far riconoscere i punti di forza?

Organizzando una cena promozionale: prezzo contenuto, menu esemplificativo, buona compagnia.

Scegliere un partner semplice ma che possa avere un seguito.

Non puntare sui grandi numeri ma sulla soddifazione (quasi totale) dei partecipanti.

Cosa non può mancare? Qualità, servizio, sorriso.

Parole d'ordine: umiltà e cortesia.


Questa è promozione!!