Non c'è niente di costante tranne il cambiamento

Blog di Cristina Savi - Trovare nuovi modi per comunicare


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venerdì 28 settembre 2018

Prima di chiedere una consulenza social

Fermarsi un attimo e riflettere su cosa significa avere un piano di comunicazione digitale aiuta a scegliere
Facciamolo a voce alta:
  1. Se pensi di non avere budget per i prossimi due anni, lascia perdere. Tre mesi gestiti da qualcuno non ti porteranno alcun risultato a meno che nel contratto tu ESIGA assolutamente che ti insegni a gestirti da solo nei mesi successivi. E che tu lo faccia. In alternativa, risparmia questi 1000 euro e fidelizzati i clienti esistenti. Non parlo di pagine di manifestazioni, fiere ed eventi, che necessariamente vedranno impegno non a flusso costante.
  2. Chi sono i miei  concorrenti diretti e indiretti. Te lo sei chiesto? Banale ma chi lo fa? 
  3. Hai pensato a cosa ti interessa ottenere? La conoscenza del tuo marchio o nuovo prodotto/servizio, aumentare il numero di clienti, aumentare la spesa per ogni singolo cliente, abbracciare nuovi target e nuovi mercati, per fare degli esempi. Noioso, lo so, ma bisogna averci fatto un pensierino prima di andare online.
  4. I tuoi clienti potenziali o reali utilizzano i social e sono pronti? Come?
  5. Sono più importanti 2000 like o tre persone nuove che acquistano un tuo prodotto o servizio? La seconda che ho detto. Quale ritorno hanno i like o i follower? Zero, se non vengono convertiti in clienti (parlando di fatturato), diverso se ci interessassero di più affetto e stima virtuali.

In quattro parole: BUDGET, MERCATO, OBIETTIVI, STRATEGIA


Solitamente scrivo, penso, scrivo, analizzo, scrivo, e poi trascrivo e traduco in digitale

Se avessi le idee chiare su almeno tre di questi punti allora sì che sei pronto per pensare anche ai social; ovvero valutare se i social media siano necessari per te oppure no.

La lampada di Aladino

Considerazioni preliminari necessarie, che ti evitano una gran perdita di tempo, soldi e l'essere in balia di chiunque ti venga a proporre una campagna social:

- ho già account facebook, Instagram, Linkedin, Pinterest?
- Come sono le mie pagine?
- Come le vorrei migliorare?
- Ho già una vaga idea di cosa potrei pubblicare?
- Ho delle cose da dire?
- Ho materiale da pubblicare?
- Prima di lavorare sulla vetrina (che sarebbero i social media) ho pensato al prodotto/servizio che offro? E' di qualità?
- Aumentasse il traffico di clienti sarei in grado di soddisfarli?
- Come intendo sviluppare il mio Business?

I social media non sono la lampada di Aladino, non possono realizzare i tre desideri di: aumento follower, aumento clienti, aumento fatturato, da soli.

Solo chi (brand/marca/azienda/libero professionista) ha un prodotto di qualità, offre un servizio di valore, ha qualcosa da dire deve sfruttare il valore di diffusione dei social, gli altri è preferibile che investano in ricerca/sviluppo o formazione. Oppure che lo facciano da soli senza aspettarsi grandi risultati.
Perchè sapete meglio di me, da consumatori, che una volta vi possono anche convincere ad acquistare, ma se vi deludono le aspettative non ci tornerete, e ne parlerete anche in modo critico.

#pilloledifranchezza continua

Mancia: scegli un hashtag che ti interessa o anche più di uno, digitalo nella ricerca Instagram e verifica cosa è già stato pubblicato. Fatti un'idea di cosa vorresti per la tua azienda. Che sia reale.

mercoledì 26 settembre 2018

Social media strategist o visual merchandiser

Penso sinceramente che un Web Content Editor e un Web designer per l'azienda non siano niente di diverso dal vetrinista e che il social media strategist sia, per il cliente, il visual merchandiser del digitale.
Nel caso in cui, invece, chi allestisca una vetrina, non l'abbia anche ideata, si può definire l'allestitore esecutivo di vetrine, per il mondo digital di solito i clienti hanno figli diplomandi, cugini nel settore, amici a tempo perso (e potrei citarvi un'altra decina di casi in cui alla presentazione dei preventivi il cliente si scopre in possesso di una rete di consulenti social media nella sua cerchia amicale o familiare che neppure potete immaginare).

In ogni caso, che si tratti di vetrinista o di visual merchandiser , per non parlare dell'allestitore esecutivo, esiste una collaborazione stretta con il Responsabile marketing e con il Community manager e nel caso della piccola impresa con il titolare.


Ok, avete visto quanti paroloni e quanti ruoli professionali esistono solo per pensare e realizzare una campagna di comunicazione social? Ma qui parliamo di piccola impresa.
Ed è già tanto che si possa permettere un Web editor che faccia anche del design per il web (editore di testi e formati in base alla strategia social) o un Social Media strategist in consulenza, figuriamoci il resto.
Quindi.
Diffidare sempre di quei social strategist che vi promettono: ci penso io! Non possono farlo, non senza conoscervi, senza aver avuto un rapporto diretto e, per un certo tempo, costante con chi le strategie aziendali (o quanto meno l'azienda) le abbia chiare.
In estremis se nessuno avesse obiettivi, il social strategist serio lavorerà prima sugli obiettivi che si possono raggiungere, non su quello che sarebbe bello fare.
Perché chi vi propone il proprio di stile non è un social media strategist. 

Quali sono i rischi?
- che le pagine social non corrispondano all'identità dell'impresa.
DELUSIONE DELLE ASPETTATIVE
- che le pagine social non riescano a far emergere la personalità dell'azienda.
IL TITOLARE NON E' CONTENTO E HA BUTTATO VIA I SOLDI
- che si diano talmente tante nuove incombenze all'impresa che dovrebbe chiudere per occuparsi delle stories, delle foto, dei post, dei filtri, dei video e perché no di diventare influencer.
L'IMPRESA VA IN TILT QUANDO NON HA GRANDI DIMENSIONI.

Quindi un passo alla volta.


Ricordate quando un tempo dilagavano corsi e consulenti per allestire le vetrine al meglio o per ideare allestimenti in punto vendita che spingessero il cliente ad acquistare di più? O ad acquistare i prodotti a marginalità maggiore?
Bene, più o meno tutti avete imparato questo. Ora non vi resta che far lo stesso con i social media. Sono le vostre vetrine.
E così come un tempo o si aveva un punto vendita curato nei dettagli o era meglio lasciar perdere, oggi vale lo stesso nella comunicazione digitale.

#pilloledifranchezza

Mancia: leggere qualcosa del settore non fa male - Digital-coach

venerdì 21 settembre 2018

Di bene in meglio, a proposito di social

"Si pronto?"
"Buongiorno sono Michela Rossi (nome di fantasia per evitare querele), parlo con Cristina Savi?"
"Si, sono io. Buongiorno."
"Mi ha dato il suo numero Mirella (altro nome di fantasia), lei si occupa di Social vero? No perché io, che ho un'attività nascente vorrei essere sui social. Ci possiamo vedere?" (Tutto d'un fiato che io nemmeno parlo)
Oppure
Entro in un negozio, Verbania città piccola, tutti sanno tutto di tutti.
Il titolare, persona conosciuta, perché frequento il punto vendita, di punto e in bianco mi dice: "tu ti occupi anche di farmi venire più gente e di fare i post su Facebook?" (magari, se mi pagassi).

Ecco questo è il tenore delle telefonate ricevute o delle conversazioni medie con i clienti quando non lavori con Agenzie (che si smazzano questa parte prima di passarti un lavoro).

E dopo mesi e mesi di domande tutte uguali e di risposte simili mi sono detta "che sia forse il caso di dire come stanno le cose?"

Questa di solito è la mia faccia

Allora:
- essere presente sui social, nonostante vi dicano che sia come essere sull'elenco telefonico, non è per tutti; e soprattutto richiede una quantità di lavoro (se fatto bene) neppure lontanamente paragonabile a RAGIONE SOCIALE, INDIRIZZO, NUMERO DI TELEFONO e FAX. Voi vi siete chiesti perché volete/dovete esserci?
- a cosa serve esserci se le pagine non vengono aggiornate? Vi fermereste mai a guardare una vetrina con i vetri sporchi, la polvere tra gli oggetti e sempre uguale dagli auguri di Natale? Non credo. Ecco, e perché mai uno dovrebbe essere interessato alla vostra pagina Facebook con ultimo post datato 14 dicembre 2017 "Buon Natale a tutti". Che sia un caso che io ritenga che il responsabile social media sia il vetrinista del digitale?
- quale strana magia sperate accada quando finalmente avete convinto, o pagato profumatamente, qualcuno per farvi foto, post Facebook, feed Instagram e stories? O peggio ancora quando vi siete fatti convincere che non potevate sopravvivere senza una Brand Page accattivante, con foto fighe, o qualcuno di ancora più figo di voi che parli della vostra azienda?
Ve lo dico io. Niente, assolutamente niente. Se tutto ciò non sia conseguente ad un'analisi aziendale (prodotto, qualità, prezzi, localizzazione), valutazione degli obiettivi (fatturato, immagine, crescita professionale, ...), pianificazione di una strategia, verifica del budget di promozione e comunicazione di lungo periodo e conoscenza approfondita del cliente.


Questo è solo l'inizio.

#pilloledifranchezza

Mancia: Il bisogno di affetto si traduce in "like" il bisogno di stima si traduce in "followers" e così via. La nuova piramide dei bisogni. Matti per il marketing