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Blog di Cristina Savi - Trovare nuovi modi per comunicare


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venerdì 12 ottobre 2018

Dal Mulino Bianco alle stories

Cosa rende diverso uno spot Mulino Bianco dalle stories Instagram di molti influencer anno 2018?

La casa nel verde - Mulino Bianco anni '90

Niente.
Lo stesso vale per i manifesti pubblicitari dei grandi brand e i feed instagram o i post sui blog.

Buon grano - Mulino Bianco
Quanti biscotti avete visto tenuti in mano da qualcuno? Miliardi.
Ancora qualcuno crede che davvero alle 7 del mattino grandi famiglie siano intente a far colazione cercando l'angolazione migliore per la foto? O che questo sia l'immaginario sperato?  Io non ci credo..

Un tempo si pagavano creativi, copy e poi attori o comparse per realizzare spot o campagne media studiate da marketing manager, ora si pagano alcuni blogger (quelli che sono considerati influencer) o le celebrity per fare la stessa cosa, ovvero creare mondi fantastici. 


HopperHQ, lo strumento di pianificazione di Instagram ha analizzato gli 1,2 milioni di post pianificati attraverso la piattaforma e ha scoperto che solo per un quinto (21%) di post sponsorizzati era chiaro che l'utente era stato pagato per pubblicare contenuti. Scoprì anche che, in media, 1 su 20 utenti di Instagram ora monetizzano i loro post e che i contenuti sponsorizzati sono aumentati di oltre un terzo su Instagram (34%) dal 2015!
Le aziende sono davvero ancora convinte che destinare il proprio budget a un paio di post o qualche stories possa funzionare? Forse adesso ancora sì.

Ma l'influencer serve alla piccola media impresa? No.
Per gli stessi motivi per cui il piccolo ristorante o la parrucchiera non pagavano campagne media TV negli anni '90: non vi sono i budget, numero uno, e in secondo luogo i ritorni sull'investimento sono troppo lenti, se mai vi saranno. Fa prima a fallire.

Per quali settori l'influencer potrebbe essere utile alla piccola impresa? Solo laddove quest'ultima abbia prodotti da vendere online o siano venduti in modo capillare nella grande distribuzione organizzata o che crei corner shop/repliche di uno stile ovunque nel mondo. Ecco allora sì, potrebbe avere un senso. Con altri compensi, ovviamente. In tutto il resto dei casi, meglio investire il budget di comunicazione e promozione in altre vie. Tornerò su questo punto.

Se un influencer vi dicesse ho 30.000 followers o un milione di followers cosa rispondere? Brava. E io come posso giovare di tutto ciò? Chiedete sempre i risultati reali.
Perché l'organizzazione aziendale non è uno spot Mulino Bianco.

#pilloledifranchezza 

Mancia: trova la tua storia. Le stories instagram sono un ottimo strumento di content marketing. E gli utenti attivi sulle stories sono in crescita. Qui puoi far conoscere qualcosa in più della tua azienda senza stravolgere l'immagine che hai creato nei feed. 




martedì 19 gennaio 2016

LA VERITA' NON ESISTE. 3/3

Pensare che anche dietro alla persona più corretta si celi la verità non corrisponde al vero.
La notizia non è la verità, è l'interpretazione della verità che fa colui che comunica.
E dietro qualunque processo di scrittura vi è INTENZIONE, che può essere: aumentare le conoscenze, avere un ritorno economico, la manipolazione, la propaganda, etc

COMUNICARE LE INFORMAZIONI
Così la trasformazione del diritto di cronaca in comunicazione persuasiva è un pericolo alle porte, quando il primo bisogno diviene quello di arrivare al pubblico prima degli altri e accattivarsi i "clienti". Questo è un esempio (solo l'ultimo in ordine di tempo)

Lo stesso vale per i blog, al 2014 ne erano stimati oltre 500.000 in Italia, i quali spaziano da racconti personali, viaggi, moda, design, food and wine, politica e nei quali è molto facile confondere l'opinione con i fatti. 
Soprattutto non è da sottovalutare la professione del web copy, un professionista bravo a scrivere e che conosce le tendenze del mercato, soprattutto che sa come una notizia sui social media può essere indicizzata. E così viene retribuito per scrivere blog, articoli aziendali, etc. 

Poter leggere qualche dato che appartiene ai social network (più correttamente social media) mi ha permesso di capire l'impronta che essi hanno sul flusso informativo e sulla diffusione dei contenuti (veri o falsi che siano). I dati sono aggiornati a novembre 2014 sulla base delle analisi di We Are Social e Global Web Index (periodo in cui stavo affrontando ricerche per un altro lavoro):

1.       Facebook 1,35 miliardi di utenti (novembre 2014), con utenti attivi che accedono ogni giorno pari a 64 milioni. Secondo l'11mo rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione gli utenti internet italiani iscritti a Facebook sono il 69,8 %. Altre statistiche evidenziano, sempre in Italia, che 17 milioni di persone accedono quotidianamente a Internet.
E il dato più importante è che per il 92% dei marketers (cioè coloro che per l'azienda identificano prodotti interessanti per un gruppo specifico di consumatori, o anche che li commercializzano per la stessa) i social network sono importanti per il loro business.

2.       Google+ 343 milioni di utenti attivi (novembre 2014) e a fine 2013 gli utenti registrati erano 11,7 milioni dal momento che si considera il grande utilizzo della posta elettronica di Google. Gli utenti in media restano collegati 6 minuti e 47 secondi
3.       Twitter 284 milioni di utenti attivi nel mondo (novembre 2014), e ogni giorno vengono inviati 500 tweet. Il social video lanciato da twitter, Vine, conta 40 milioni di utenti attivi. La particolarità di questo poco conosciuto social network per la condivizione di "corti"è la condivisione di video di molto brevi (6,5 secondi), nella stessa logica delle carettistiche di brevità legate ai tweet
4.       Instagram 200 milioni di utenti attivi(novembre 2014). Dal 2012 è di proprietà di Zuckerberg (Facebook per intenderci). Nel 2013 è stato il social con il maggior incremeto di utenti attivi (23%)
5.       Linkedin 186 milioni di utenti attivi (novembre 2014)
6.       You tube, 1 miliardo di visitatori unici. E' la piattaforma in cui confluiscono la maggiorparte degli investimenti pubblicitari video. Anche se è da sottolineare che tale tipo di pubblicità non è quella preferita dalle aziende, infatti ricopre solo il 10% degli investimenti pubblicitari sul web. Nel 2012 ha generato introiti da video pubblicitari per 1,3 miliardi di dollari.
7.       Spotify, fonte di musica legale online, conta 50 milioni di utenti attivi. Di questi il 12,5 % non usufruiscono del servizio free ma di quello in abbonamento che prevede l'assenza di pubblicità. Stessa cosa vuole proporre You tube.

Fonte: Pinterest - Relevanza

La fonte dell'immagine la si può visualizzare al presente link.

COMUNICARE LE INFORMAZIONI D'AZIENDA 

A livello aziendale la comunicazione è una delle leve operative del marketing.

Il marketing non è:
  • la pubblicità, la promozione e la vendita
  • l'insieme delle indagini di mercato per determinare bisogni e domanda
  • l'artefice della società dei consumi in cui venditore e consumatore convivono in un rapporto di sfruttamento da parte del venditore.

Spesso si confonde il termine in queste accezioni ma il marketing si declina nelle diverse forme. Nell'orientamento al mercato, il marketing non è solo azione (promozione e vendita) ma anche analisi, nella sua concezione strategica.

Ed inoltre marketing, pubblicità e comunicazione non sono sinonimi.

Nel fare marketing, ci si occupa di : prodotto, prezzo, distribuzione (place) e promozione (pubblicità, social media, fiere, pubbliche relazioni, etc). La comunicazione ha a che fare con tutti i modi in cui l'azienda interagisce con il cliente, quindi non solo con le attività promozionali ma anche con prezzo, prodotto e distribuzione.
Quindi tra gli obiettivi strategici dell'impresa (marketing strategico) vi si trovano: un' analisi costante dei bisogni e la ricerca di nuovi concetti di prodotto, che garantiscano all'impresa un vantaggio competitivo difendibile nel tempo (Fonte: Lambin).
Mentre il marketing operativo, che si declina nelle azioni di commercializzazione del prodotto, ha tra i suoi obiettivi far conoscere i prodotti, valorizzarli e raggiungere il cliente senza doverlo ricercare. Ed è tra le leve di marketing operativo che vi si trova la comunicazione. Perché è alquanto raro che l'oggetto/prodotto/idea siano già conosciuti da tutti i clienti potenziali, che la domanda superi l'offerta e che non vi siano concorrenti.
Obiettivo della comunicazione di marketing, oltre al "far sapere", è il far sì che il proprio prodotto acquisisca valore agli occhi del potenziale cliente, per fare ciò si avvale di diversi strumenti esterni ed interni, valoriali e tecnici quali: la coerenza, l'opportunità, la chiarezza, la pubblicità, i social media, la forza vendita.
Resta sempre valido il concetto che definisce una comunicazione di marketing efficace se è in grado di influenzare esperienze e percezioni in modo coerente con la strategia di posizionamento della marca, aumentarne il valore, creare clienti fedeli e stimolare le vendite.


Il social media marketing ha l'obiettivo di generare nuovi contatti o instaurare un rapporto o una conversazione con i clienti effettivi.  In cui i diversi social network vengono via via utilizzati a seconda delle esigenze dell'azienda e agli obiettivi individuati, facendo leva sui profili personalizzati presenti sui social network. I social network sono un ottima base per la profilazione completa del proprio target. Ed è questo ciò che avviene da parte delle imprese. 
O almeno da parte delle imprese più grandi. Per le piccole medie imprese spesso capita che i social media vengano utilizzati senza strategia. Per le aziende sono molto importanti i social. Ma bisogna saperli usare.

L'importante non è esserci, l'importante è aver qualcosa da dire o tacere con eleganza quando si è presenti, e a volte decidere anche di non esserci.



E quando si intende comunicare è necessario aver presente:

- quali siano le informazioni che SI VOGLIONO trasmettere al mercato
- che il messaggio SIA CHIARO
- che ciò che si dice e come lo dice SIANO COERENTI con l'azienda


Ciò che penso.

"Nell'era degli eccessi ridurre è meglio che aumentare"

Vi sono leve che vengono sopravvalutate e altre completamente dimenticate.
Un processo di comunicazione efficace (e anche di vendita) prevede il feedback (diretto o indiretto) al quale è necessario porre attenzione. Ignorarlo è una scelta.