Non c'è niente di costante tranne il cambiamento

Blog di Cristina Savi - Trovare nuovi modi per comunicare


Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta network. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta network. Mostra tutti i post

mercoledì 26 settembre 2018

Social media strategist o visual merchandiser

Penso sinceramente che un Web Content Editor e un Web designer per l'azienda non siano niente di diverso dal vetrinista e che il social media strategist sia, per il cliente, il visual merchandiser del digitale.
Nel caso in cui, invece, chi allestisca una vetrina, non l'abbia anche ideata, si può definire l'allestitore esecutivo di vetrine, per il mondo digital di solito i clienti hanno figli diplomandi, cugini nel settore, amici a tempo perso (e potrei citarvi un'altra decina di casi in cui alla presentazione dei preventivi il cliente si scopre in possesso di una rete di consulenti social media nella sua cerchia amicale o familiare che neppure potete immaginare).

In ogni caso, che si tratti di vetrinista o di visual merchandiser , per non parlare dell'allestitore esecutivo, esiste una collaborazione stretta con il Responsabile marketing e con il Community manager e nel caso della piccola impresa con il titolare.


Ok, avete visto quanti paroloni e quanti ruoli professionali esistono solo per pensare e realizzare una campagna di comunicazione social? Ma qui parliamo di piccola impresa.
Ed è già tanto che si possa permettere un Web editor che faccia anche del design per il web (editore di testi e formati in base alla strategia social) o un Social Media strategist in consulenza, figuriamoci il resto.
Quindi.
Diffidare sempre di quei social strategist che vi promettono: ci penso io! Non possono farlo, non senza conoscervi, senza aver avuto un rapporto diretto e, per un certo tempo, costante con chi le strategie aziendali (o quanto meno l'azienda) le abbia chiare.
In estremis se nessuno avesse obiettivi, il social strategist serio lavorerà prima sugli obiettivi che si possono raggiungere, non su quello che sarebbe bello fare.
Perché chi vi propone il proprio di stile non è un social media strategist. 

Quali sono i rischi?
- che le pagine social non corrispondano all'identità dell'impresa.
DELUSIONE DELLE ASPETTATIVE
- che le pagine social non riescano a far emergere la personalità dell'azienda.
IL TITOLARE NON E' CONTENTO E HA BUTTATO VIA I SOLDI
- che si diano talmente tante nuove incombenze all'impresa che dovrebbe chiudere per occuparsi delle stories, delle foto, dei post, dei filtri, dei video e perché no di diventare influencer.
L'IMPRESA VA IN TILT QUANDO NON HA GRANDI DIMENSIONI.

Quindi un passo alla volta.


Ricordate quando un tempo dilagavano corsi e consulenti per allestire le vetrine al meglio o per ideare allestimenti in punto vendita che spingessero il cliente ad acquistare di più? O ad acquistare i prodotti a marginalità maggiore?
Bene, più o meno tutti avete imparato questo. Ora non vi resta che far lo stesso con i social media. Sono le vostre vetrine.
E così come un tempo o si aveva un punto vendita curato nei dettagli o era meglio lasciar perdere, oggi vale lo stesso nella comunicazione digitale.

#pilloledifranchezza

Mancia: leggere qualcosa del settore non fa male - Digital-coach

sabato 17 luglio 2010

Social Media che fatica

Capire i Social Media è una delle sfide del millennio per chi si voglia occupare di marketing e comunicazione.
E sono convinta, che a parte pochi casi di grande esperienza, sia raro riuscire a districarsi tra tutti gli strumenti, i post, i fan, i follower, gli rss, i "condividi" che la rete mette a disposizione.
Ci sono ottimi professionisti, valide aziende, buone attività, eppure se si esegue una ricerca in rete non sempre li si ritrova.
Perchè?
Perchè non tutti sanno utilizzare le ripetute novità interattive che quasi mensilmente iniziano a "girare".
Continuo a credere e ne sono sempre più convinta che non per tutte le attività sia necessaria la iper-presenza, l'interattività a tutti i costi, la continua produzione d'informazioni.
Il rischio è investire molto tempo, senza alcun ritorno e con una grande confusione.
Ci sono settori vocati al web e ai social media, penso alle attività turistiche, ai locali d'intrattenimento, alle aziende di servizi, alle attività che focalizzano il business sull'estero, a chi si occupa di eventi e comunicazione, alle grandi aziende. Ma non tutti. O meglio non tutte le attività tradizionali che vogliono solo aggiungere un "pezzo" alla propria attività.
Usare il web e i social media, ha senso se si rivede l'impostazione organizzativa dell'azienda o della professione. Solo così può divenire un valido strumento di sopravvivenza o crescita.
Fare e-commerce è strategia, aggiornare il blog è un lavoro, scrivere cose sensate su facebook un impegno, capire il funzionamento di twitter richiede tempo, conoscere gli strumenti di ricerca richiede un corso.

Mi immagino ogni piccolo imprenditore, ogni professionista, ogni commerciante, ogni albergatore che debba fare i conti con la rete. E non importa se sia Facebook, il blog, la ricerca di notizie, la scoperta di nuovi potenziali clienti, un sito web credo che per farlo bene ci voglia troppo tempo. Quindi tanto vale fin da subito capire se serve, cosa serve, chi mi può aiutare.

E poi? Una volta fatto tutto ciò, una volta sforzati di sentirsi attuali e moderni, magari con il portafoglio più leggero, e l'assenza totale di quella agilità necessaria per districarsi dalla matassa della rete cosa si può fare?


La mia risposta è prendere fiato, farsi due passi, ritornare al computer, sedersi e prendere un foglio e una penna e scrivere "è la rete che serve a me o io che servo alla rete?"
Se non si sa rispondere, meglio soprassedere e avvalersi di una piccola consulenza, se la risposta è la rete che serve a me, allora iniziare a scrivere: per cosa, cosa devo cercare, come posso farmi trovare. Insomma i social media non sostituiscono un piano marketing e comunicazione, lo integrano.
Se la risposta è sono io che servo alla rete (perchè fornisco contenuti), allora la rete non è la vostra priorità, va bene esserci, con tranquilllità, fornire qualche contenuto coerente, un buon sito web (e non dico bello ma buono), rispondere ad eventuali utenti. Insomma dedicare alla rete 1h al giorno, e magari una mezza giornata una volta alla settimana è più che sufficiente.

Le innovazioni sono importanti se facilititano l'esistenza (anche dell'azienda) non se la complicano.
E pazienza se non sapete usare twitter, foursquare, friendfeed, o altro, quando sarà un'esigenza lo imparerete, ma senza quell'ansia di dover essere a conoscenza di tutto, subito e per forza.