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sabato 29 ottobre 2016

Io e l'arte. Da Basquiat a Escher. #scrittureautobiografiche

Dedicato alla Vale (alla è voluto).


Passare da Basquiat a Escher nel giro di due ore è come passare da Davis a Mozart nel tempo di una sigaretta. Ritrovarsi immersi in illusioni ottiche, prospettive e perfezioni assolute partendo dall'improvvisazione totale un po' disorienta; la bizzarria del primo mi ha fatto apparire scontato il secondo (anche perché si è già visto ovunque). Pensa un po'. 


Nessuna linea definita, nessuna tela esattamente perfetta, assenza totale di prevedibilità per Basquiat; colori, forme, messaggi, parole, in un susseguirsi instabile di ricerca ed espressione. Per giungere ad un talento scientifico e chirurgico, con Escher: le forme esatte, la ripetizione crescente, i chiaro - scuro, gli specchi, il capovolgimento dello spazio. 
Due forme d'arte diverse, due grandi artisti. Prediligo Basquiat, ma io sono figlia della street art. Mi piace l' idea che ogni superficie sia adatta a dipingere, che l'arte sia improvvisazione, che con l'arte ci si esprima e si esprimano concetti universali e personali. Così, in base a ciò che ti urla dentro.

Amo il collage e l'interazione tra stili e materiali. Apprezzo la pittura elementare, i tratti infantili e la mescolanza di colori. Basquiat doveva rimanere sulle strade e non nelle gallerie? Forse. Io sono certa, però, che la gran parte della sua arte me la porterei in casa. Grazie!! 



Per Escher che dire? Un fenomeno, il gioco della tecnica.  

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