In particolare era presente Claudia De Lillo, alias Elasti. Divertente, interessante, ironica e auto-ironica. Incontro positivo.
Ma tra le cose che mi hanno colpito maggiormente, e sulla quale medito da giorni, vi è una riflessione che lei ha fatto partendo da un aneddoto familiare. Si tratta della differenza di genere: maschio/femmina.
Ha narrato un episodio che ha come protagonista uno dei suoi figli, che frequenta la scuola elementare, nell'atto del gioco, a scuola, con compagne di sesso femminile. Le femmine interpretano ruoli di Pokemon evoluti, i maschi quelli di Pokemon base (non conosco il mondo Pokemon ma ne deduco vi sia una suddivisione di ruoli e capacità). E tutto pare naturale. E quand'è che poi la donna si fa da parte per lasciar strada libera all'uomo!?!?!? Si interroga Caludia De Lillo.
Stereotipi che disastro
Alcune ricerche, la più recente apparsa su Science a Gennaio 2017, un'altra molto interessante risale al 2010 - Educazione sessista (Biemmi) evidenziano come sin dall'età di 6-7 anni si creano i primi stereotipi che poi influenzano le scelte e gli atteggiamenti dei due sessi.
Alcuni dati, da approfondire con le fonti in fondo all'articolo:
- A partire dai 6-7 anni le bambine percepiscono il proprio talento come inferiore rispetto a quello dei coetanei maschi
- Analizzando numerosi testi per le scuole elementari ne è risultato che le professione dei protagonisti sono per i maschi 50, tra cui avvocato, scienziato, dottore, re, cavaliere, architetto, etc, per le femmine quelle trovate solo 15, tra cui maestra, strega, fata, casalinga, etc
- Gli aggettivi travati negli stessi testi analizzati. Aggettivi per il genere maschile: coraggioso, audace, avventuroso, forte, autoritario, onesto, generoso, etc; per il genere femminile: civetta, vanitosa, invidiosa, pettegola, piagnucolosa, docile, servizievole, ipersensibile, disperata, etc.
Autori ed editori questo è per voi
Una domanda agli autori e agli editori: è possibile rendersi conto che siamo nel 2017? Che alcuni passi in avanti sono stati fatti? Che la madre/moglie non si occupa più solo delle cura dei figli e delle faccende domestiche? E soprattutto che potrebbe essere anche una peculiarità maschile quella di fare il padre e assolvere alle cure domestiche?
Possiamo far sì che in poltrona con il giornale o un libro ogni tanto ci sia anche la mamma e non solo il papà?
Possiamo pensare che tra gli avvocati ve ne sia una con la gonna? Vogliamo provare a illustrare scienziati anche di sesso femminile? E' possibile inserire aggettivi femminili quali coraggiosa, onesta, generosa, ambiziosa e non solo civetta, pettegola, smorfiosa, vanitosa, invidiosa?
Credo che la comunicazione per queste fascie d'età parta anche da voi (non mi addentro in Tv e media in generale perchè è un altro labirinto di preconcetti e clichè)
Che fatica essere uomo
Tutti questi stereotipi ingabbiano anche l'uomo in ruoli definiti e rigidi. Quanto raramente capita di sentire un bambino che esprime liberamente la propria volontà di voler fare il maestro di scuola d'infanzia, dedicarsi a professioni nell'ambito della "cura", etc.? Quando spesso un bambino, dalle scuole elementari in poi, può piangere liberamente? Quando un bambino si può mostrare sensibile e servizievole?
Quanto meno, quando capita, questo genera stupore.
E voi capite che fatica dover essere per forza cavaliere, re, coraggioso, audace, forte, fiero, avventuroso, imprudente?
Quando il capo è donna che orrore
Mi duole ammetterlo ma è così. Nella mia esperienza personale, o in quella di amiche, avere un superiore di sesso femminile è una tortura. Ed è questo che vorrei comprendere, piuttosto che il perchè la donna ha tante difficoltà ad avere ruoli di tradizione maschile.
Mi chiedo spesso:
- perchè una donna in una posizione di potere si allei più facilmente con uomini rispetto che con donne?
- perché una donna superiore in scala gerarchica professionale divenga una strega modello matrigna di Biancaneve?
- perché se il mio capo è donna devo fare la sfigata pena l'esilio?
- perché se sei donna predomina la rivalità rispetto al riconoscimento delle competenze?
- perché quando hai un ruolo decisionale l'invidia ti si attacca addosso come la seconda pelle?
Mi piacerebbe avere delle risposte a questo e soprattutto mi piacerebbe poter far scomparire certi libri per bambini, mi piacerebbe poter spiegare ai bambini e alle bambine che la differenza di genere esiste, ma vorrei sgretolare gli stereotipi che vedranno sempre la femmina meno talentuosa, pettegola, strega e piagnucolosa e i maschi coraggiosi, autoritari, forti e talentuosi.
Vorrà forse dire che la difficoltà della donna a prendere, e gestire, posizioni di rilievo sia frutto di quanto si apprende crescendo?
Gli uomini agiscono le donne appaiono (cit. Berger)
L'osservatore è maschio, anche dentro la donna stessa, per questo il giudizio è maschile.
Ecco, forse, perché sono le donne le prime a giudicare le altre donne, quando l'osservatore interno è giudice severo maschile l'essere femminile è sinonimo di "pochezza", paiono essere ormai di uso comune i binomi femmina=debole, bella=vuota, femminile=seducente, etc.
Mi sembra di assistere spesso a processi di questo tipo: se la donna non emula in toto l'uomo, e non fa tutto ciò che lui fa, è una sfigata, l'uomo se non fa quello che sa fare la donna è perché è un duro (macho).
Questa pare retorica ma purtroppo è molto più reale di quanto si immagina.
Io sono per la libertà di genere. Non mi interessano molto le differenze, non mi interessa dover mostrare forza e successo emulando le caratteristiche maschili.
Credo nella forza dell'essere umano fatto di complessità e debolezza. Maschio o femmina che sia.
Non invidio l'uomo.
Ho più paura delle donne. Ancor più di quelle che sono anche madri.
Non penso che la strada della parità di genere, se è questo l'obiettivo, passi attraverso il trasformarsi in una moltitudine di caratteri maschili con le tette.
Non credo neppure che le bambine vadano trattate da principesse a tutti i costi per poi trasformarsi presto in regine autoritarie.
Magari iniziando dall'infanzia a eliminare gli stereotipi, lavorando sulla libertà di esprimersi e di essere, possiamo sperare di:
- avere donne fiere di essere donne
- di avere donne che sappiano lavorare in team
- di avere persone che vengono valutare per merito e non per sesso
- di avere individui che possano condividere ruoli, e non essere vincolati ad alcuni
- di avere individui competitivi ma non scorretti
- di avere persone che si liberino dalla schiavitù della prestazione
Io intanto proverò a fare del mio meglio in qualità di mamma e occupandomi di comunicazione.
Fonti:
- Science
- Eurydice
- Pari Opportunità Venezia
- Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari - Irene Biemmi - 2010
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