Oggi vi voglio parlare di una realtà locale (di Verbania) che ho avuto occasione di scoprire e conoscere e alla quale voglio riconoscere due "importanti", anche se rischiose, operazioni di comunicazione, o meglio, marketing.
La realtà della quale vi sto parlando è La Bottega dei Talenti di Anna Mazzola (leggi articolo su Verbania News).
Una nuova realtà imprenditoriale, una sfida nel panorama locale, una sorta d'innovazione tra il teatro e il momento d'incontro, nella quale la parola ricorrente è GIOIA.
Ma aldilà dell'idea (che già è ovviamente una solida base di partenza per qualunque impresa) ciò che mi ha colpito sono alcune loro scelte in merito alle scelte di PREZZO legato al PRODOTTO spettacolo teatrale.
Non hanno definito un prezzo, il prezzo lo sceglie lo spettatore in base al gradimento. E' una grande dimostrazione di fiducia e generosità.
Altro fattore particolare riguarda gli stage organizzati. Qui il prezzo è definito, ma si comunica " SE NON SARAI SODDISFATTO TI RIMBORSEREMO".
Certo che non è la frase più innovativa del mondo, siamo cresciuti a claim "soddisfatti o rimborsati", ma quanto è raro legato ad uno stage, ad un corso ad un workshop?
A livello di Servizio al Cliente questo può essere vincente. Il partecipante allo stage (cliente) è più portato ad osare, entra in empatia con gli organizzatori che gli offrono la possibilità di recedere, instaura un rapporto di fiducia.
Insomma due buone pratiche di marketing e comunicazione In un periodo storico dove per stupire non servono obbligatoriamente nuovi strumenti o nuove formule marketing, ma a volte è sufficiente utilizzare con semplicità ciò che la "storia" ci fornisce e insegna.
Non c'è niente di costante tranne il cambiamento
Blog di Cristina Savi - Trovare nuovi modi per comunicare
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mercoledì 28 luglio 2010
sabato 17 luglio 2010
Social Media che fatica
Capire i Social Media è una delle sfide del millennio per chi si voglia occupare di marketing e comunicazione.
E sono convinta, che a parte pochi casi di grande esperienza, sia raro riuscire a districarsi tra tutti gli strumenti, i post, i fan, i follower, gli rss, i "condividi" che la rete mette a disposizione.
Ci sono ottimi professionisti, valide aziende, buone attività, eppure se si esegue una ricerca in rete non sempre li si ritrova.
Perchè?
Perchè non tutti sanno utilizzare le ripetute novità interattive che quasi mensilmente iniziano a "girare".
Continuo a credere e ne sono sempre più convinta che non per tutte le attività sia necessaria la iper-presenza, l'interattività a tutti i costi, la continua produzione d'informazioni.
Il rischio è investire molto tempo, senza alcun ritorno e con una grande confusione.
Ci sono settori vocati al web e ai social media, penso alle attività turistiche, ai locali d'intrattenimento, alle aziende di servizi, alle attività che focalizzano il business sull'estero, a chi si occupa di eventi e comunicazione, alle grandi aziende. Ma non tutti. O meglio non tutte le attività tradizionali che vogliono solo aggiungere un "pezzo" alla propria attività.
Usare il web e i social media, ha senso se si rivede l'impostazione organizzativa dell'azienda o della professione. Solo così può divenire un valido strumento di sopravvivenza o crescita.
Fare e-commerce è strategia, aggiornare il blog è un lavoro, scrivere cose sensate su facebook un impegno, capire il funzionamento di twitter richiede tempo, conoscere gli strumenti di ricerca richiede un corso.
Mi immagino ogni piccolo imprenditore, ogni professionista, ogni commerciante, ogni albergatore che debba fare i conti con la rete. E non importa se sia Facebook, il blog, la ricerca di notizie, la scoperta di nuovi potenziali clienti, un sito web credo che per farlo bene ci voglia troppo tempo. Quindi tanto vale fin da subito capire se serve, cosa serve, chi mi può aiutare.
E poi? Una volta fatto tutto ciò, una volta sforzati di sentirsi attuali e moderni, magari con il portafoglio più leggero, e l'assenza totale di quella agilità necessaria per districarsi dalla matassa della rete cosa si può fare?
La mia risposta è prendere fiato, farsi due passi, ritornare al computer, sedersi e prendere un foglio e una penna e scrivere "è la rete che serve a me o io che servo alla rete?"
Se non si sa rispondere, meglio soprassedere e avvalersi di una piccola consulenza, se la risposta è la rete che serve a me, allora iniziare a scrivere: per cosa, cosa devo cercare, come posso farmi trovare. Insomma i social media non sostituiscono un piano marketing e comunicazione, lo integrano.
Se la risposta è sono io che servo alla rete (perchè fornisco contenuti), allora la rete non è la vostra priorità, va bene esserci, con tranquilllità, fornire qualche contenuto coerente, un buon sito web (e non dico bello ma buono), rispondere ad eventuali utenti. Insomma dedicare alla rete 1h al giorno, e magari una mezza giornata una volta alla settimana è più che sufficiente.
Le innovazioni sono importanti se facilititano l'esistenza (anche dell'azienda) non se la complicano.
E pazienza se non sapete usare twitter, foursquare, friendfeed, o altro, quando sarà un'esigenza lo imparerete, ma senza quell'ansia di dover essere a conoscenza di tutto, subito e per forza.
E sono convinta, che a parte pochi casi di grande esperienza, sia raro riuscire a districarsi tra tutti gli strumenti, i post, i fan, i follower, gli rss, i "condividi" che la rete mette a disposizione.
Ci sono ottimi professionisti, valide aziende, buone attività, eppure se si esegue una ricerca in rete non sempre li si ritrova.
Perchè?
Perchè non tutti sanno utilizzare le ripetute novità interattive che quasi mensilmente iniziano a "girare".
Continuo a credere e ne sono sempre più convinta che non per tutte le attività sia necessaria la iper-presenza, l'interattività a tutti i costi, la continua produzione d'informazioni.
Il rischio è investire molto tempo, senza alcun ritorno e con una grande confusione.
Ci sono settori vocati al web e ai social media, penso alle attività turistiche, ai locali d'intrattenimento, alle aziende di servizi, alle attività che focalizzano il business sull'estero, a chi si occupa di eventi e comunicazione, alle grandi aziende. Ma non tutti. O meglio non tutte le attività tradizionali che vogliono solo aggiungere un "pezzo" alla propria attività.
Usare il web e i social media, ha senso se si rivede l'impostazione organizzativa dell'azienda o della professione. Solo così può divenire un valido strumento di sopravvivenza o crescita.
Fare e-commerce è strategia, aggiornare il blog è un lavoro, scrivere cose sensate su facebook un impegno, capire il funzionamento di twitter richiede tempo, conoscere gli strumenti di ricerca richiede un corso.
Mi immagino ogni piccolo imprenditore, ogni professionista, ogni commerciante, ogni albergatore che debba fare i conti con la rete. E non importa se sia Facebook, il blog, la ricerca di notizie, la scoperta di nuovi potenziali clienti, un sito web credo che per farlo bene ci voglia troppo tempo. Quindi tanto vale fin da subito capire se serve, cosa serve, chi mi può aiutare.
E poi? Una volta fatto tutto ciò, una volta sforzati di sentirsi attuali e moderni, magari con il portafoglio più leggero, e l'assenza totale di quella agilità necessaria per districarsi dalla matassa della rete cosa si può fare?
La mia risposta è prendere fiato, farsi due passi, ritornare al computer, sedersi e prendere un foglio e una penna e scrivere "è la rete che serve a me o io che servo alla rete?"
Se non si sa rispondere, meglio soprassedere e avvalersi di una piccola consulenza, se la risposta è la rete che serve a me, allora iniziare a scrivere: per cosa, cosa devo cercare, come posso farmi trovare. Insomma i social media non sostituiscono un piano marketing e comunicazione, lo integrano.
Se la risposta è sono io che servo alla rete (perchè fornisco contenuti), allora la rete non è la vostra priorità, va bene esserci, con tranquilllità, fornire qualche contenuto coerente, un buon sito web (e non dico bello ma buono), rispondere ad eventuali utenti. Insomma dedicare alla rete 1h al giorno, e magari una mezza giornata una volta alla settimana è più che sufficiente.
Le innovazioni sono importanti se facilititano l'esistenza (anche dell'azienda) non se la complicano.
E pazienza se non sapete usare twitter, foursquare, friendfeed, o altro, quando sarà un'esigenza lo imparerete, ma senza quell'ansia di dover essere a conoscenza di tutto, subito e per forza.
venerdì 9 luglio 2010
Parlano di me
Perdonatemi il post. Di solito, è buona regola, parlando di comunicazione, non incensarsi, non puntare i riflettori su di se, ma lasciare che, se sarà il caso, lo facciano gli altri! Ebbene, è con grande soddisfazione che riporto l'articolo scritto dall'amico e collega Riccardo Polesel nel suo blog.
Ciò che mi genera ancora più gioia è leggere il mio nome nel contesto dell'articolo da lui redatto.
Si parla di chi conosce alcuni strumenti di comunicazione, non di "guru" della comunicazione, si parla di chi prova a impegnarsi per capire le realtà aziendali e non di chi le "spreme", si parla di chi ancora crede che COMUNICARE sia solo una delle azioni da mettere in campo, non la panacea per tutti i mali (mio articolo precedente). E soprattutto è per chi non pensa di aver già tutte le risposte, ma ancora tante domande.
Grazie Riccardo!
mercoledì 7 luglio 2010
Comunicazione low cost
Ho appreso ieri che l'amica Cristina Mariani ha completato la stesura del suo secondo libro "Comunicazione low cost - dai biglietti da visita al web". Potete leggere l'articolo e scaricare l'idice del libro a questo link.
Il primo libro "Marketing low cost" è stato un vero successo, come già vi ho detto la forza di Cristina sta nello scrivere di argomenti complessi con la semplicità di chi lo fa con passione.
Il nuovo testo potrà essere occasione per molti (piccole-medie imprese e professionisti) per comprendere fino in fondo i benefici e gli strumenti di e per la comunicazione. Ma in particolare l'importanza della COMUNICAZIONE quando è chiaro l'obiettivo da raggiungere, cioè quando è stata individuata la propria Unique selling proposition ed effettuata la Segmentazione necessarie ad individuare il messaggio ("cosa dico, come lo dico") e i mezzi da utilizzare.
Nessuno meglio di se stessi conosce la propria azienda e la propria attività, non esistono super esperti con la bacchetta magica che risolvono problemi e fanno parlare di voi. Esistono invece strumenti low cost da scaricare, software in rete da scoprire, applicazioni da conoscere, e un metodo da imparare.
Analizzare l'obiettivo, pianificare i tempi, organizzare le risorse.
Vi assicuro che si può fare!!
Il primo libro "Marketing low cost" è stato un vero successo, come già vi ho detto la forza di Cristina sta nello scrivere di argomenti complessi con la semplicità di chi lo fa con passione.
Il nuovo testo potrà essere occasione per molti (piccole-medie imprese e professionisti) per comprendere fino in fondo i benefici e gli strumenti di e per la comunicazione. Ma in particolare l'importanza della COMUNICAZIONE quando è chiaro l'obiettivo da raggiungere, cioè quando è stata individuata la propria Unique selling proposition ed effettuata la Segmentazione necessarie ad individuare il messaggio ("cosa dico, come lo dico") e i mezzi da utilizzare.
Nessuno meglio di se stessi conosce la propria azienda e la propria attività, non esistono super esperti con la bacchetta magica che risolvono problemi e fanno parlare di voi. Esistono invece strumenti low cost da scaricare, software in rete da scoprire, applicazioni da conoscere, e un metodo da imparare.
Analizzare l'obiettivo, pianificare i tempi, organizzare le risorse.
Vi assicuro che si può fare!!
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