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mercoledì 8 maggio 2013

Naturale o artificiale? Dipende!



Ringrazio ancora Riccardo per la sua battuta sulla mia pagina Facebook. Perchè non c'è come il confronto per poter avere l'occasione di provare a spiegare, di poter esprimere la propria opinione e, a volte, anche di crescere.

Facendo un breve riassunto indico ciò che ho risposto io all'osservazione sul cosa s'intende per Corso di Cucina Naturale: "Per una buona definizione di cucina naturale rimando al libro “Cucina naturale” di Daniela Garavini e Sandra Honegger Chiari, che definiscono “naturale” quel tipo di cucina che “rispetta la natura degli alimenti e quella di chi li deve mangiare“.
Una definizione di cucina naturale che mi piace molto anche per il fatto di mettere al centro l’uomo, oltre che gli ingredienti. Ci aggiungerei anche il rapporto "naturale" dell'uomo con l'ambiente in cui vive. Ahimè dovrebbe essere naturale l'approccio alla cucina, senza neppure doverlo indicare. E dal momento che la matrice filosofica che sta dietro a tale scelta alimentare, quella macrobiotica, oltre ad utilizzare ingredienti naturali (non raffinati, preferibilmente non privati delle proprie caratteristiche nutrizionali ed eventualmente con alcuni alimenti "rinforzati" naturalmente) pone l'accento sull'equilibrio tra individuo e proprio ambiente, tra individuo e stagioni e tra individuo e propria condizione, perchè no definire un tale corso Corso di Cucina naturale (pur non essendo il Joia di Milano che fa Alta Cucina Naturale :-))?"

Prontamente Riccardo ha risposto, e, in qualità di esperto del settore, in quanto somellier e insegnate presso un Istituto Alberghiero, lo ringrazio. Riporto la parte finale delle sue considerazioni: "nella cucina, nel mondo delle idee, per ora si può usare questa definizione (naturale n.d.r.), ma è comunque fuorviante, ancorché denigratoria... Le altre cucine non sono, infatti, "naturali"? Sono "artificiali"? Ne siamo poi così sicuri?"

Mi piace ripetere un'espressione che e' solito citare un mio insegnate (Martin Halsey di La Sana Gola): "dipende".

Ebbene, io non ritengo di avere tutte le risposte a tali quesiti, ma ho alcuni strumenti e conoscenze per ritenere che non tutte le "cucine" si possano ritenere "naturali". Partendo da ciò che intendo io per Cucina Naturale, considerando oltre al valore nutrizionale del cibo (aspetto rilevante), anche il valore energetico del cibo, e come già detto il rapporto tra cibo e uomo. 

E se penso ad alcune proposte culinarie attuali, alla diffusione degli junk food (cibi spazzatura), all'utilizzo sempre maggiore di cibo conservato e confezionato, all'assenza, spesso, dell'aspetto energetico in cucina, alla scelta di ingredienti di scarsa qualità (raffinati, coltivati con l'aiuto di concimi chimici), alla ricerca sempre maggiore di sapori che si allontanano dal sapore naturale per avvicinarsi a quello artificiale (inteso come sapore che possa assuefare il palato), al consumo di cibo animale pari a 87 kg pro capite in Italia all'anno, al consumo di zucchero pari a 24 kg all'anno pro capite negli USA, all'eccessivo utilizzo di sale, all'utilizzo indiscriminato di grassi che possano "arrotondare" il gusto del piatto e all'inflazionato consumo di cibi dolci, a base di zuccheri semplici aggiunti, allora sì mi sento di affermare che le altre cucine sono "artificiali".  


Laddove i prodotti di base, come nel caso dello zucchero, sono altamente raffinati (spesso con processi chimici ed industriali), pur essendo di derivazione vegetale (altro discorso ancora si potrebbe fare per quelli di origine animale) vengono privati di tutte, o quasi, le componenti nutrizionali. Questo aspetto non consente di considerare lo zucchero al livello degli altri cibi vegetali naturali. E laddove se ne fa grande uso, a livello artigianale o industriale, non mi sento di parlare di cucina naturale.

Infine vorrei aggiungere come siano importanti, nella mia accezione "naturale" della cucina: l'equilibrio nella scelta degli ingredienti (in base al colore, sapore, tipo di crescita delle verdure, tipo di cereale, etc), la polarità (tra energie) nel piatto (anche grazie a diversi stili di taglio e cottura), l'importanza dell'energia del cuoco/a, il rispetto delle stagionalità.

Non sono quindi sicura di cosa siano le altre "cucine" , soprattutto non so chi siano le altre, so cosa posso intendere quando parlo di "naturale" e ciò che posso proporre in tal senso.

Ancora grazie per lo spunto di riflessione.

2 commenti:

  1. Non riesco a seguire il tuo ragionamento: naturale sarebbe dunque una cucina macrobiotica, mentre artificiale la cucina industriale. Posso anche essere d'accordo sul porre una sopra l'altra come valore in sé (a parte che non capisco che cosa tu intenda quando parli di energia: calorie? nutrienti? cosa?) ma è proprio la definizione che non va. Anche perché non sancta da nessuna legge e dunque foriera di usi impropri e fuorvianti. E poi, permetti: una bistecca alla griglia o un arrosto di vitello non sono "naturali"? Una frittata? Un salame con conservanti? O, per converso se vuoi, la cucina vegetariana? O il pesce brudo o quello bollito? Il pesce salato o quello secco? Dimmi. Io continuo a credere che sul cibo si faccia del misticismo. Sono d'accordo che ricchezza di zuccheri o di grassi o di protene faccia male. Ma è solo una questione di quantità... Buona ricerca Cristina

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  2. Grazie Riccardo.
    E sono concorde con te sul misticismo rivolto al cibo. Nel quale neppure io credo e nei confronti del quale pure io sono scettica.
    In merito all'energia ti rimando a questo post: http://comunicafreestyle.blogspot.it/2013/03/incontro-tra-energie.html.
    Mentre per ciò che concerne la scelta di alimenti mi sembra che la piramide alimentare al quale faccio riferimento parli meglio di me ed eviti di generare ulteriore confusione http://comunicafreestyle.blogspot.it/2013/03/la-piramide-alimentare.html

    In merito alla scelta del cibo di cui alimentarsi, animale o vegetale, è parte di una scelta consapevole, salutare o etica (o tutte quante insieme) e rimando alla conoscenza personale e all'approfondimento che ognuno di noi può portare avanti.

    Buona continua ricerca anche a te Riccardo.

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