Cristina chi? Io.
Non voglio proprio raccontare la mia vita, perchè non si
tratta di un'autobiografia e soprattutto perchè ci metterei parecchio tempo a
ordinare tutte le idee. Ma ciò che voglio fare, e avevo promesso in un post
iniziale di alcuni mesi fa, è tracciare a brevi linee la mia storia legata al
cibo, e soprattutto l'incontro con la filosofia macrobiotica.
Il passato.
Vado indietro di circa ventanni, al 1995, quando a seguito
dell'ennesima dieta tardo adolescenziale il mio apporto nutritivo andava sempre
più riducendosi. Complice la bilancia che mi dava grandi soddisfazioni, un
senso di potere e di controllo che potevo esercitare sul cibo, la famiglia e me
stessa mi spostavo sempre più da una visione oggettiva del mio corpo per dirigermi all'ossessione delle calorie.
Un percorso che ha segnato profondamente le mie giornate tra
i 18 e i 21 anni, le mie relazioni e la mia salute. Tra una mela e decine di
chilometri di cammino al giorno macinavo eccellenti risultati scolastici,
conteggio di calorie e attesa del prossimo pasto, che puntualmente non mi concedevo.
Poi il ricovero ospedaliero, i miei 35,7 kg di malattia, una
visione completamente distorta del mio corpo, un'ignoranza totale nei confronti
del cibo nonostante sapessi nel dettaglio le calorie per 100 gr di ogni
alimento e una dieta fatta di percentuali precise, di rapporti esatti tra
carboidrati, proteine e grassi.
E per me voleva dire un'altra rigidità,
un'altra cosa da tener sotto controllo, un'altra via che non mi spostava dalla
bilancia. Avevamo spostato l'obiettivo: ora era la vita e non la morte ma la
strada non mi sembrava molto diversa e soprattutto nonostante mi sforzassi di recuperare
una vita "normale" il cibo continuava ad essere una cosa di cui preoccuparmi.
E
lo è stato per alcuni anni, ho fatto parecchi lavori su me stessa, sulla mia
interiorità, sulla mia "centratura" ma il controllo del peso mi ha
caratterizzato per molto e al quale ho dato un'importanza, un valore che non aveva. Nonostante tutto ormai pareva rientrato nella norma:
il mio peso, le mie funzioni vitali (ciclo compreso), le relazioni affettive,
la vita professionale, io dentro continuavo a sentire il bisogno di controllo nei
confronti del cibo. Non lo conoscevo affatto, ero schiava: di pregiudizi nei
confronti di carboidrati (che fanno ingrassare), di preconcetti rispetto alla
suddivisione dei pasti (niente carboidrati alla sera per perdere peso), di una
cultura alimentare troppo focalizzata sulla scienza e poco sul naturale potere
del cibo. Quindi un'alimentazione fatta di privazioni, di rinunce, di eccessi
proteici, di consumo eccessivo di alimenti considerati "sani" come
frutta e verdura o di alimenti conservati (per comodità e velocità e perchè
poco ti dicono sull'eccesso di sale).
E quindi una vita normale, come quella di
molti, con tutte le mie soddisfazioni e i miei traguardi, mal di testa
frequentissimi, candida a ripetizione e pochissima chiarezza mentale e dipendenza da cose e persone.
Poi con il tempo la consapevolezza e l'intuizione che ciò che per anni era parsa una fissazione poteva volgere verso l'indicazione di un cammino. Il cambiamento: il cibo è nutrimento, medicina, divertimento, risorsa e
come tale andava visto; non poteva essere il focus della mia vita ma andava
inserito in un contesto più ampio, tra stile di vita e scelte professionali.
Io
sempre un pò desiderosa di uno stile di vita sostenibile, per me e per gli
altri, sapevo che avrei potuto inserire il cibo in questa visione complessiva e
che finalmente avrei fatto chiarezza nel mio percorso. Capivo che non potevo sottopormi a schemi e steccati che mi imponessero quanto mangiare, quanto pesare, quando mangiare, avevo bisogno di fluidità, di un rapporto più armonioso, di una nuova visione e di maggior rispetto degli alimenti.
E' stato l'inizio del cambiamento. La frequentazione dei
corsi di cucina e teoria a La Sana Gola hanno fatto il resto. L'ascolto delle parole del Prof. Berrino, l'incontro virtuale con Andrea Biggio, sono stati di grande stimolo di ricerca e approfondimento. Poi la nascita di Francesco, insegnamento quotidiano. Gli anni mi hanno
dato conferme e anche ciò che sono e come mi sento mi permettono di verificare
quotidianamente il mio cammino. E ora anche la Comunicazione e il Marketing hanno una nuova connotazione.
La forza, l'energia, l'ottimismo e la chiarezza sono parte di questo cambiamento.
La forza, l'energia, l'ottimismo e la chiarezza sono parte di questo cambiamento.
Il cibo non più centro ossessivo della mia vita, il corpo non più un oggetto estetico, la bilancia non è neppure contemplata, il cibo è fonte di
piacere, di cura e consapevolezza. E' una parte importante della mia quotidianità, ma non la sola e
soprattutto non è sottoposta a controllo eccessivo, a rigide prescrizioni o a
continui conteggi, è un rapporto naturale. E' divenuto risorsa per la mia salute e per quella degli
altri, strumento per comunicare, fonte di gusto e riscoperta del sapore, occasione per divertirmi e motivo (al quale non posso rinunciare) per studiare.
Gli alimenti valutati nella loro interezza, anche per gli effetti energetici che esercitano su di noi, la cucina vissuta come luogo creativo e di cura, la ricerca di benessere per me e per gli altri sono fattori determinanti e il resto è passione.
Un diploma in Terapia Alimentare (per conoscere l'effetto del cibo su corpo e mente), un Master universitario in Alimentazione e dietetica vegetariana (per rafforzare gli aspetti scientifici e nutrizionali di una scelta alimentare a base vegetale) in
itinere, conferenze di self-healing, assistenze personalizzate alla cucina
macrobiotica, corsi di cucina e tanti progetti allo stato embrionale sono il
presente.
Per il futuro voglia di proseguire, senso di gratitudine,
accettazione, equilibrio dinamico e nessuna rigidità, buon cibo, flessibilità.
Da ciò scaturiranno le novità.
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